Come sono cambiate le città: appartamenti vuoti, futuro incerto
In molti hanno abbandonato le grandi città per rifugiarsi nei loro comuni d'origine, in particolar modo al Sud: è sufficiente per una rinascita delle periferie?
Alex Lung | 15 marzo 2021

È passato un anno dalle immagini di quelle folle di "milanesi d'azione" che stavano lasciando la città alla vigilia della zona rossa, nei primissimi tempi di emergenza. Hanno suscitato scandalo, sdegno e critica, ma in quello che sembrava l'inizio di un breve periodo di restrizioni, nessuno si sarebbe aspettato che molte di quelle persone a Milano non ci sarebbero tornate. 

Esodo

Da marzo 2020 in poi, in molti hanno deciso di lasciare Milano - ma anche Roma, Bologna, Firenze, Napoli ed altre - per rifugiarsi nella propria città d'origine, meno caotica e soprattutto meno dispendiosa. Smartworking e didattica a distanza hanno aiutato in questo senso, permettendo a molti emigrati di passare assieme alla famiglia un periodo certamente stancante dal punto di vista psicologico ed emozionale. Ad esempio, le università del Sud hanno visto un incremento del 5-10% dei loro immatricolati: i giovani che studiano medicina a Catania sono 12.287, rispetto ai nemmeno diecimila dello scorso anno.

L'esodo in questione si evince da un report presentato da Immobiliare.it, che pur prendendo in considerazione solamente le stanze occupate dagli studenti, fotografa una situazione inequivocabile: in tutto il paese è aumentata considerevolmente l'offerta di camere, un tempo occupate e molto richieste. A Milano troviamo un +290% di posti letto disponibili, a Bologna +270%, a Roma +130%, a Torino +108%, per un dato nazionale che si attesta sul +149%. 

Non che la domanda sia in negativo: la richiesta di stanze è aumentata nel 2020 del 18% (raggiungendo picchi di +25% nel capoluogo lombardo), ma si tratta di cifre ben lontane dall'esaurire i posti disponibili.

I prezzi

La richiesta decisamente più contenuta rispetto agli anni precedenti ha comportato un arresto del caro prezzi

A Venezia una camera singola costa il 7% in più rispetto a due anni fa; canoni in aumento anche a Napoli (+4%), Siena e Bari (entrambe +3%). Calano lievemente invece i prezzi di Milano (-1%), Roma (-2%) e Catania (-4%). Deprezzamento più importante a Torino (-6%), Palermo e Bologna (entrambe -9%). 

Non si può quindi parlare di un generale abbassamento sostanziale dei costi, ma piuttosto di una stabilizzazione rispetto al costante aumento a cui i locatari sono abituati. In altre parole, le stanze non costano molto di meno, ma l'affitto ammonta a cifre molto simili a quelle del 2019

Quale futuro?

In un anno lo smartworking è passato dall'essere una concessione di alcune imprese a una normalità diffusa, e non si esclude che possa avere un ruolo centrale anche nella vita lavorativa post-pandemica. Il lavoro agile permette al datore di risparmiare sui costi, mentre gli impiegati possono conciliare più facilmente impegni, famiglia e tempo libero. Che il cosiddetto "southworking" sia quindi un'occasione per far tornare i giovani al Sud (e, in generale, nei paesi)?

Secondo Massimo Castelli, Coordinatore dei Piccoli Comuni dell'ANCI, ciò potrebbe non bastare. A suo avviso, per arrestare lo spopolamento delle piccole città, sono necessari interventi per liberarle dall'emarginazione di cui sono vittima da decenni: "Per quanto riguarda gli investimenti, assistiamo finalmente ad una grande inversione di tendenza con consistenti risorse in conto capitale destinate ai piccoli centri ed alle aree più periferiche, destinate a raddoppiarsi nel 2021. Vogliamo proseguire su questo terreno, aggiungendo altri tasselli all’Agenda Controesodo lanciata dall’ANCI per combattere lo spopolamento, dovuto alla carenza di servizi e di politiche fiscali più adeguate alle piccole realtà economiche".

Ragionare su una nuova era - quella che per citare The Economist è chiamata "After Domestication" - solamente prendendo in considerazione l'organizzazione del lavoro è però riduttivo. Il grande rischio è che a rimetterci siano le attività della ristorazione, una delle colonne portanti della piccola economia italiana, che facevano particolare riferimento ai giovani emigrati delle grandi città sia in termini di forza lavoro che di incassi. I locali dei centri città sono in crisi ormai da un anno, e la prospettiva di un futuro dove si confermi l'assenza di fuorisede e impiegati in presenza potrebbe rivelarsi disastrosa.