Trump, niente Impeachment. Ma ne esce da fragile
Donald non fa sconti a nessuno e punisce anche chi aveva testimoniato contro di lui, licenziandoli in tronco
Valerio Caccavale | 5 febbraio 2020

“Trump per sempre” è il tweet che risuona nel profilo del Presidente statunitense Donald Trump dopo l’assoluzione al processo per Impeachment. Nessuna sorpresa in Senato, Trump è stato assolto dalla principale accusa di abuso di potere. Sarebbero serviti 72 voti a favore per approvare il processo di impeachment, ovvero i due terzi del senato bipartitico. Ma i 48 voti dei democratici e del repubblicano Nicholas Romney non sono bastati contro lo strapotere di Trump che strizza l’occhio ai suoi rappresentanti che contano 52 voti a favore. Per la seconda accusa, i voti del partito repubblicano sono questa volta 53 con l’aggiunta del senatore Romney e 47 quelli dei democratici.

I due capi di accusa ruotavano sulla pressione che il Presidente americano aveva mosso nel luglio dello scorso anno sul collega ucraino Zelensky, affinché procedesse con l’inchiesta sulle attività del candidato democratico Hunter Biden, principale avversario politico di Trump e degli interessi Usa sul territorio ucraino. La seconda accusa mossa verso il Presidente Donald fa riferimento alla tentata ostruzione del congresso durante l’indagine, ordinando ai suoi collaboratori di partito di non collaborare con nessun tipo di testimonianza.

Nonostante l’inaspettata inversione di rotta del senatore Romney, i risultati parlano chiaro: il paese a stelle e strisce sarà ancora in mano a Donald Trump. È l’ennesimo scacco matto allo stato di diritto; nel sistema bipartitico il voto assume un’importanza marginale e non è un  caso che nei soli altri tre casi precedenti nella storia dell’America, ogni presidente sia rimasto immune dalle accuse. Via allora ai ringraziamenti dei suoi fedelissimi e alle pesanti accuse contro quel “candidato presidenziale fallito” (Romney), ai viscidi e subdoli democratici a cominciare dalla Presidente alla Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi. Forte dell’assoluzione, Donald non fa sconti a nessuno e punisce anche chi aveva testimoniato contro di lui, licenziandoli in tronco. Un gesto visto e rivisto e già applicato dai suoi predecessori. Così Trump non si smentisce e dimostra la fragilità che sta dietro the White House.