“Siamo scesi in piazza per salvaguardare ciò che abbiamo”
La manifestazione del 15 marzo raccontata da chi l’ha organizzata perché chiede di essere ascoltato
Gaia Manozzi e Cecilia Riciniello, 17 anni | 15 marzo 2019

Sono le 11 di mattina del giorno 15 marzo 2019 quando piazza Madonna di Loreto, una traversa di piazza Venezia a Roma, si riempie di studenti. Trentamila ragazzi scesi in piazza per chiedere ai governi azioni concrete contro il cambiamento climatico. Nessuna bandiera politica, nessuna ideologia, niente che possa compromettere lo spirito di questo sciopero. Si capisce subito che non si è lì per saltare scuola, ma per difendere il proprio mondo, il proprio futuro. Cartelloni della terra a forma di gelato sciolto, striscioni, volti colorati di verde e di blu: un’atmosfera piacevole e sentita come un grande momento di collettività. 

1.600 città: 182 proteste in Italia, 210 in Francia, 196 in Germania, 166 negli Stati Uniti, 123 in Svezia, 108 in Gran Bretagna, 62 in Spagna, 34 in Portogallo, 30 in Belgio, 29 in Irlanda, 24 in Finlandia, 53 in Canada, 49 in Australia, 28 in Messico, 19 in Brasile, 17 in Argentina, 12 in Cile e 26 in India. E più di 1 milione di studenti e studentesse coinvolti. Questi sono i numeri da record della manifestazione del 15 marzo 2019. Numeri che fanno riflettere e che testimoniano la nascita di una nuova coscienza, specialmente nelle nuove generazioni, ma non solo. Una coscienza che chiede nuove politiche: più rispettose dell’ambiente, che si adoperino per diminuire il riscaldamento globale e che rispettino gli accordi internazionali come quello stipulato a Parigi nel 2015.

Molte scuole, dalle elementari alle medie ai licei hanno partecipato. Da Piazza della Libertà, noi del Liceo Classico Dante Alighieri di Roma ci siamo diretti al punto di incontro con la voglia di manifestare insieme, scendendo in piazza, scioperando, saltando un giorno di scuola per un obiettivo comune, dando voce a una nuova consapevolezza e ad un nuovo interesse: tutelare e rispettare il mondo in cui viviamo, indossando un bel sorriso e tenendo alti cartelloni e striscioni.

Il piccolo grande evento di venerdì non è di poca valenza: pone le basi di un obbiettivo da perseguire, non è un’occasione da dimenticare ma anzi da cogliere e da promuovere; infatti in questi giorni mobilitazioni di studenti in assemblea hanno rilanciato un prossimo appuntamento, una nuova manifestazione: venerdì 22, marzo ore 15, a Piazza del Popolo.

Gli adulti tendono sempre a demolire la nostra generazione, a definirla “la generazione dei social”, dei pigri, eppure il 15 marzo le piazze di tutto il mondo si sono riempite di giovani che chiedevano di essere ascoltati, di salvaguardare quel che abbiamo perché potrebbe non esistere per sempre.