Dalla Finlandia con poca luce ma molto entusiasmo
Un sistema scolastico tra i più efficaci al mondo. Fare amicizie è difficile, ma ne vale sempre la pena
RO-BO-TO, Netlit | 30 maggio 2019

Filippo, che rapporti hai con la lingua finlandese?

Buono, mi esercito molto. Guardo la tv in finlandese e cerco di parlarlo con i miei amici quando esco, anche se l’inglese è diffuso. 

 

Trasportaci in Finlandia. Come stai vivendo quest’esperienza?

Vivo a Kirkkonummi, 20 minuti da Helsinki. La vita qui si divide tra la fase di buio e di luce. D’inverno il sole scarseggia, a Nord proprio non c’è. Da me lo si vede per due ore, ma è quasi del tutto coperto. La Finlandia è bella per trascorrere le vacanze, ma quando devi viverci è dura. Le persone sono riservate e diffidenti all’inizio. C’è una concezione del proprio spazio personale diversa dalla nostra.

 

Quanto tempo hai impiegato per fare amicizie?

Capisci che ti sei fatto un amico quando ti chiede come stai. Inizialmente il saluto è un optional. Ho impiegato del tempo a stringere amicizie, ma poi ne è sempre valsa la pena.

 

Com’è la scuola?

C’è uno dei sistemi più efficaci al mondo. Se lo studente studia lo fa per se stesso, non per insegnanti o genitori. Il liceo dura tre anni e poi si è liberi di scegliere il proprio percorso. C’è meno pressione rispetto all’Italia e quindi più successo nelle singole materie.

 

Che rapporto hai con i piatti tradizionali finlandesi?

I primi mesi si è spiazzati, ma poi ci si abitua. La carne di renna, per esempio, è ottima e la cucinano in tanti modi diversi. Cito anche le torte di riso, molto buone. Non esiste il concetto di cucina semplice, i piatti sono accompagnati da salse. Si mangia sano, però. Qui non c’è obesità, anche se amano la pizza a base di ananas...

 

Il lavoro?

C’è ma bisogna abituarsi al loro ritmo di vita. Le possibilità sono tante, ma svegliarsi e vivere con il buio non è facile.

 

Il tempo libero?

La maggior parte delle famiglie finlandesi parte nei weekend e va fuori città. Si sta in sauna tutto il giorno...

 

Consiglieresti quest’esperienza e se sì perché?

La consiglierei, eccome. Il motivo per eccellenza sta nel periodo di cambiamenti che viviamo noi adolescenti. In questi anni sviluppiamo le nostre idee, farlo all’estero ti permette di conoscerti al meglio.